Rivoluzione mancina

"Fantàsia muore perché la gente ha rinunciato a sperare, e dimentica i propri sogni, così Il Nulla dilaga, poiché esso è la disperazione che ci circonda. Io ho fatto in modo di aiutarlo, poiché è più facile comandare chi non crede in niente"

Salutation

O generation of the thoroughly smug

and thoroughly uncomfortable,

I have seen fishermen picnicking in the sun,
I have seen them with untidy families,
I have seen their smiles full of teeth

and heard ungainly laughter.

And I am happier than you are,
And they were happier than I am;
And the fish swim in the lake

and do not even own clothing.

EZRA POUND

Look at what you have and not what you don’t have.

Sorrido

Tutta questa maledetta storia e alla fine ti trovi a camminare nel bel mezzo della notte, tutto solo, con le cuffie nelle orecchie e a pensare.

Con quello stupido sorriso stampato in faccia.

Ad ogni incrocio allungare il percorso. Intenzionalmente o meno. Senza meta. Come se si stesse sfuggendo da qualcosa o da qualcuno, senza sapere da cosa o da chi, ma con un’idea fissa in testa.

E sentirsi improvvisamente stupido e desideroso, e porgersi tante domande senza trovare risposte. Cambiare percorso come se potesse aiutare a trovare ciò che si cerca. Disperatamente immerso in un’illusione senza fine.

Ritrovarsi immobile, poggiato ad una ringhiera. Sospinto da un vento estivo, di fronte a quel golfo luccicante e tenebroso, ma non guardare altro che se stessi oltre il mondo.

Con quello stupido sorriso stampato in faccia.

E bang! Improvvisamente accorgersi di desiderare qualcosa che non si può avere. Il sorriso si tramuta in altro. In qualcosa che mai avresti pensato. Non è salutare. Neppure l’amata musica, che continua a far vibrare i timpani e le emozioni, lo è più adesso. Non comprendere più cosa si sta facendo e perché, dove si va, ma soprattutto come si è arrivati lì e rimanere pietrificati aggrappandosi a ricordi sbiaditi, pur sempre vivi.

Tra un’ubriaca che canta a squarciagola la sua frustrazione e locali semivuoti, non rimane altro che ritrovare la strada. Che in fondo si conosce bene, perché si è finiti nei luoghi della propria infanzia. Li si conosce da una vita, meglio della vita, meglio di se stessi.

Senza quello stupido sorriso stampato in faccia.

Agatha Christie

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Agatha Christie behind her desk with towers of her own books piled around her.

Di getto

E il vuoto che attanaglia. Quella fame inopportuna, ad orari impensabili, improbabili. Quella sete che non è vera sete. Quel pensare che non favorisce il pensiero, ma che è più rimuginare. Quel vivere che non è vita, ma desiderio inopportuno.

E sento il profumo delle viole. Di fiori sbocciati in una primavera estiva.

Guardo l’orizzonte, dalla ringhiera a strapiombo sul bel golfo. Vicino e irraggiungibile. Sento da qui il suo richiamo, lo scrosciare d’onda ai piedi di quella sirena intrigante, desiderio inespresso di uomini in fuga.

Confusione e melancolia. O melanconica confusione?

Tutto crolla, ostacola il percorso. Rialzarsi è d’obbligo, è una sfida, stimolo di vita, motivo di crescita, ormai motivo di vita. Ormai un problema.

E cerco te per colmarmi, offrendomi nuovi percorsi, prospettive mai avute, solo sfiorate, assaporate come dolci rubati, in momenti preziosi e sfuggenti.

Intanto l’assenza di un ricordo è divenuta presenza di un dolore mai voluto, sintomo di una volontà debole e codarda del tempo che fu. Rassegnazione al dolore ora divenuta sofferente ribellione.

E respiro gli odori di questa strana primavera, assaporando il tempo che passa lasciando una scia di ricordi sopiti.